Chi siamo

Negozio storico di gioielli, arredi e tessuti di antiquariato e design.

Giovanna Frossi l’ha aperto nel 1995 dopo un’esperienza trentennale presso Il Discanto, punto di riferimento a Milano per gli amanti della gioielleria antica ed etnica. Dal 1968, in occasione di viaggi in Asia, Africa e Sud America, Giovanna Frossi, ha acquisito una collezione di collane, anelli, bracciali, oggetti, soprammobili. Collezione che si arricchisce nel tempo attraverso l’esplorazione di nuovi paesi e nuove forme di bellezza.

È questo che rappresenta un forte elemento di attrazione del negozio di via San Fermo, per clienti sofisticati, sensibili al significato di un ornamento presentato da esperti e accompagnato da una documentazione che ne attesta l’autenticità e l’integrità.

Grazie alla continua collaborazione con importanti musei come il Barbier Muller di Ginevra e ai ripetuti viaggi in tutto il mondo, Giovanna Frossi è sempre in cammino verso nuove scoperte.

Le sue proposte riguardano ambiti sempre diversi: dalla gioielleria – con una sofisticata selezione di pezzi del XVIII e XIX secolo, splendidi gioielli di pregio e di design del XX secolo, ambre naturali antiche, coralli e turchesi, piccoli mosaici dell’area mediterranea – agli abiti – in particolare kimono – e agli accessori di provenienza africana e orientale.

Una storia fatta di significative collaborazioni con designer e stilisti, come Romeo Gigli, sensibili al fascino di paesi remoti e ai diversi concetti di bellezza.

“I viaggi che ho affrontato in questi anni, dall’Afghanistan alla Siria, dall’Arabia alla Cina, sono stati ispirati dal senso dell’avventura e della ricerca. Quando vendo un gioiello penso alla distanza che ho percorso per incontrarlo, alle sigarette fumate mentre trattavo il prezzo. Ogni mio oggetto ha una storia, un passato e un’anima.

Come gli orecchini Fulani che ho esposto in negozio: sono uno status symbol per le donne del Mali che li ricevono in dono in occasione del matrimonio dal marito, che è costretto a vendere parte del bestiame per comprarlo. Sono molto, molto difficili da trovare e li ho presi da un’etnologa australiana, Angela Fischer. Ma ora è ancora più difficile scoprire oggetti e storie nascoste perché la globalizzazione ha raggiunto anche le società tribali.

Ricordo quando ho proposto di acquistare una collana ad alcune donne di una carovana tuareg in mezzo al deserto. Hanno cercato di farmi pagare troppo, chiedendo un prezzo eccessivo e di fronte alle prime obiezioni, alla prima trattativa, mi hanno mostrato un libro di gioielli antichi con le foto delle loro collane.

Ho viaggiato molto e vissuto, sì, proprio come il libro di Neruda. Ho vissuto in luoghi lontani e inaccessibili dall’Africa all’Asia. Tanti viaggi nei luoghi più remoti e selvaggi, la ricerca di oggetti particolari e gli infiniti ritorni.

E in fondo al mio cuore c’è il senso di appartenenza, le mie radici, San Nicolò, il piccolo borgo antico che mi appartiene più di ogni altra cosa al mondo.”